Cosa succede a Cuba

(sintesi ripresa dal blog di Gianni Minà)

Sessant’anni e 12 presidenti fa, scattava l’embargo nordamericano a Cuba. Obama, nel dicembre 2014, dichiarò: “Abbiamo fallito, non abbiamo piegato Cuba. È ora di cambiare” …

Cuba non solo non era collassata, ma aveva dimostrato come l’embargo economico a un popolo sia una delle forme di pressione “diplomatica” tra le più crudeli mai conosciute …

I cubani in tutto questo tempo hanno dimostrato che non hanno vissuto in un “gulag tropicale” come i media hanno sempre voluto descrivere questa piccola isola in maniera capziosa: non si sopravvive alla crudezza del periodo speciale, con turisti che vanno e vengono, senza un consenso di massa che non è basato sulla repressione …

Gli Stati Uniti hanno sempre tentato di gettare fango sulla reputazione di questa piccola Isola che non ha nessuna ricchezza, né materie prime su cui fare affidamento, ma solo la potenza della propria cultura e delle proprie idee: un prestigio “morale” che tutte le nazioni povere, tutti i popoli del Terzo Mondo riconoscono a Cuba.

Nel 1998, grazie anche all’aiuto di un terzo attore, il Vaticano, Karol Wojtyla aveva aperto Cuba al mondo (“e il mondo si apra a Cuba” come disse papa Giovanni Paolo II in un suo discorso storico), Joseph Ratzinger aveva messo fine al conflitto tra Santa Sede e Cuba e ultimamente Papa Francesco (che, con la confidenza di un amico, aveva chiesto a  un Fidel anziano, di pregare per lui) aveva dato una spinta potente per farci tutti sperare, finalmente, in un miglioramento delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti, con il Presidente Obama che aveva deciso di ripristinare le relazioni diplomatiche interrotte dal ’61.

Ma se Obama aveva teso una mano a Cuba, Trump prima e Biden ora, hanno usato e usano la loro politica destabilizzante per strangolare definitamente questa piccola nazione.

Obama all’epoca aveva comunque chiarito che non si stavano cambiando gli obiettivi che regolano la politica estera nordamericana, basata sul suo modello di democrazia, ideale per il mondo intero e fondata sulla ideologia neoliberista. Semplicemente confermava “un cambiamento di metodo nell’approccio”. Oggi sta davanti agli occhi di tutti il metodo degli ultimi due presidenti: l’aggravamento del blocco economico e l’incitamento ai disordini tramite i social network …

Nel 1992 Bush padre, con la Legge Torricelli, non solo aveva inasprito il blocco economico dando vita a uno dei periodi più bui di Cuba, il “periodo speciale”, ma per la prima volta aveva violato il diritto internazionale. Ogni legge promulgata in qualsiasi paese, infatti, non può essere applicata fuori dai propri confini; la legge Torricelli invece è estesa a tutti i paesi del mondo, per cui, ad esempio, a una qualsiasi nave che entra nei porti cubani, è vietato entrare negli Stati Uniti nei 6 mesi successivi. In questo modo le compagnie di navigazione preferiscono non commerciare con Cuba; e Cuba, che è un’isola, deve pagare a caro prezzo far consegnare le merci sulla sua terra. Questa legge prevede sanzioni anche verso chi fornisce assistenza ai cubani: se un paese dà 100 milioni a Cuba, gli Usa riducono di 100 milioni gli eventuali aiuti a questo paese.

Nel 1996 Clinton adottò la Legge Helms-Burton che oltre ad essere extraterritoriale è pure retroattiva. Anche questo è vietato dal diritto internazionale.

Nel 2004 il sadico Bush figlio, con la sua “Commissione assistenza per una Cuba Libera” aveva imposto ai cittadini cubani residenti negli Usa il rimpatrio solo per 2 settimane ogni 3 anni, provando però che fosse un parente stretto di una famiglia residente a Cuba. Aveva ridotto a 100 dollari la rimessa mensile; se però i parenti erano iscritti al partito comunista, l’importo si riduceva a zero.

Nel 2006, poi, le restrizioni si erano aggravate, le aziende dovevano scegliere: o si commercia con Cuba o con gli Stati Uniti. Per commerciare con gli Stati Uniti bisognava (e bisogna) dimostrare che i prodotti venduti non contengano nulla di origine cubana; addirittura, il consumo di prodotti cubani per i cittadini statunitensi fa rischiare loro sanzioni e/o 10 anni di galera.

Oggi le 240 misure contro Cuba imposte dall’amministrazione Trump pesano come una pietra tombale ed hanno l’unico obiettivo di strozzare economicamente il Paese, sovvertire l’ordine interno, creare una situazione di ingovernabilità e rovesciare la Rivoluzione.

Parte di queste sanzioni riguardano il Titolo III della Legge Helms-Burton che permette ai cittadini americani, o cubani divenuti poi americani, di fare causa a compagnie accusate di «trafficare» con le proprietà confiscate dal governo cubano. La decisione di consentire azioni legali nei tribunali statunitensi ha un impatto negativo sulle prospettive di attrazione di investimenti esteri, che si aggiunge agli ostacoli già esistenti a causa del quadro normativo del blocco …

E c’è poi la creazione da parte del Dipartimento di Stato dell’”Elenco delle entità soggette a restrizioni cubane”, con la quale alle persone soggette alla giurisdizione statunitense è vietato condurre transazioni finanziarie dirette. Le società incluse nell’elenco sono 231. In questo settore, è sorta la decisione di non rinnovare la licenza di attività a Cuba della compagnia alberghiera Marriott International, al fine di seminare un clima di incertezza nella comunità imprenditoriale.

Durante l’amministrazione Trump ha avuto luogo una meticolosa persecuzione delle operazioni bancarie-finanziarie di Cuba e un notevole aumento delle segnalazioni di chiusura di conti bancari, negazione delle transazioni e altri ostacoli incontrati dalle rappresentanze diplomatiche e commerciali all’estero. Parallelamente alla strategia contro il Venezuela e con il pretesto della presunta ingerenza di Cuba in quel paese, sono state adottate misure contro navi, compagnie di navigazione, compagnie di assicurazione e riassicurazione legate al trasporto di carburanti. Solo nel 2019 sono state penalizzate 53 navi e 27 compagnie. Notevoli anche le pressioni contro i governi che registrano o segnalano le navi.

Infine, l’11 gennaio di quest’anno Cuba è stata inserita nell’elenco degli Stati che sponsorizzano il terrorismo; tre giorni dopo figura nell’elenco degli Avversari Esteri del Dipartimento del Commercio, in virtù di un ordine esecutivo firmato da Trump. Per quanto riguarda la sanità, gli Stati Uniti hanno spinto per la fine degli accordi con diversi paesi e hanno aumentato la pressione sulle organizzazioni multilaterali.

Questa politica iper-aggressiva si traduce nell’assurda situazione in cui questa Isola dei Caraibi ha creato più di un vaccino contro il Covid, ma non può vaccinare la popolazione perché non ha le siringhe necessarie (o, ad esempio, gli elettrodi pregellati o i cateteri cardiaci pediatrici o il banale gel per le ecografie) perché non c’è nessuna azienda disposta a rischiare uno stop commerciale di sei mesi per venderle a Cuba …

In questi ultimi giorni stiamo assistendo, su Cuba, alla tempesta perfetta: un grosso focolaio di covid19 scoppiato a Matanzas (il governo ha inviato due brigate di 60 medici per alleggerire gli ospedali quasi al collasso); la quotidianità resa sempre più difficile, quasi impossibile per la difficoltà a reperire beni di prima necessità, ma anche per via dei trasporti, diradati perché la benzina scarseggia da tempo; l’aggressività della disinformazione che parte da Miami e si ingigantisce sui social network, proteste fatte passare per “assalto al regime castrista”,  false notizie sull’ipotetico appoggio degli artisti più prestigiosi. La musica unisce, la musica divide, pare …

La disinformazione su Cuba è sempre esistita, l’arma potente usata dagli Stati Uniti, maestri nella fabbrica dell’informazione e che ora ha all’attivo i mezzi tecnologici sempre più sofisticati, dove è molto difficile verificare i limiti tra verità e finzione. Difficile, ma non impossibile, anche se in questo momento si bada più alla rapidità, alla immediatezza piuttosto che alla verifica dei contenuti.

I social media vogliono apparire neutri, grandi piattaforme “democratiche” a cui tutti possono accedere, ma in realtà sono portatori essi stessi di una determinata ideologia, quella della razza padrona …

Il 23 giugno scorso, l’Onu approva, quasi all’unanimità, la risoluzione per la fine dell’embargo a Cuba, che ha provocato da varie decadi, sofferenze e danni incalcolabili. Unici due contrari: Stati Uniti e Israele. Obama, nel 2016, aveva scelto l’astensione, ma con Trump prima e ora con Biden, si è ritornati al voto contrario.

Oggi stiamo assistendo a un Golia che, non contento della violenza usata contro chi non può e non vuole rispondere alle provocazioni, blocca le braccia a Davide per colpirlo meglio e di più.

È una situazione inaccettabile e pericolosa: oggi tocca a Cuba, domani potrebbe toccare, per interessi di ogni tipo, a qualunque Paese si discosti dal pensiero corale …

Vorrei infine, segnalarvi l’operato dell’Associazione Amicizia Italia-Cuba, che da decenni aiuta questa piccola Isola. In questi giorni si sta prodigando alla raccolta fondi per comprare 10milioni di siringhe per la vaccinazione del popolo cubano. Servono 800mila euro da destinarsi al Ministero della Salute Pubblica di Cuba.

Dobbiamo aiutarli, per aiutarci a restare umani.

FONTE: http://www.giannimina.it/2021/07/14/ora-basta/

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