La raccolta Paroles, da cui sono tratti questi versi di Jacques Prévert, uscì nel 1946 presso l’editore Gallimard di Parigi.
Noto non solo come poeta, ma anche come autore teatrale e sceneggiatore di film fondamentali della storia del cinema francese (per tutti, Quai des Brumes, Le jour se lève e Les enfants du paradis, tutti diretti da Marcel Carné), Prévert è stato l’interprete più apprezzato della poesia surrealista, caratterizzata dalla denuncia sociale e dallo spirito libertario.
Qui proponiamo, in traduzione e in versione originale, un suo testo che ci parla dell’orrore della miseria.
Lo facciamo, perché la miseria materiale delle persone è oggi drammaticamente attuale…
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È terribile
il rumorino dell’uovo sodo spezzato sul banco di zinco
è terribile quel rumore
quando si muove nella memoria dell’uomo che ha fame
ed è terribile anche la faccia dell’uomo
la faccia dell’uomo che ha fame
quando si guarda alle sei di mattino
nella vetrina del grande negozio
una faccia color della polvere
non è però la sua faccia che lui guarda
nella vetrina di Potin
non gli importa della sua faccia
non ci pensa
Soprappensiero
immagina un’altra faccia
una faccia di vitello per esempio
con salsa all’aceto
o una faccia qualunque da mangiare
e muove delicatamente la mascella
piano piano
e fa scricchiolare i denti piano piano
perché il mondo se ne ride di lui
e lui non può far nulla a tutta quella gente
e conta sulle dita un due tre
uno due tre
son passati tre giorni da quando ha mangiato
e può ben ripeterselo che son tre giorni
Non può durare
e invece va avanti così
tre giorni
tre notti
senza mangiare
e dietro quella vetrina
tanti dolci conserve bottiglie
pesci morti protetti da scatole
scatole protette dalle vetrine
vetrine protette dai questurini
questurini protetti dal timore
quante barriere per sei misere sardine
Un po’ più avanti il bistrot
Caffè-crema e croissant caldi
l’uomo barcolla
e dentro la sua testa
una nebbia di parole
una nebbia di parole
sardine da mangiare
crema di caffè e uovo sodo
caffè corretto col rum
caffè-crema
caffè-crema
caffè-crimine corretto col sangue…
Un uomo assai stimato nel quartiere
è stato sgozzato in pieno giorno
l’assassino il girovago gli ha portato via
due franchi
e cioè un caffè corretto
zero franco settanta
due tartine al burro
e 25 centesimi per la mancia al cameriere.
È terribile
il rumorino dell’uovo sodo spezzato sul banco di zinco
è terribile quel rumore
quando si muove nella memoria dell’uomo che ha fame.
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La grasse matinèe
Il est terrible
le petit bruit de l’oeuf dur cassé sur un comptoir d’étain
il est terrible ce bruit
quand il remue dans la mémoire de l’homme qui a faim
elle est terrible aussi la tête de l’homme
la tête de l’homme qui a faim
quand il se regarde à six heures du matin
dans la glace du grand magasin
une tête couleur de poussière
ce n’est pas sa tête pourtant qu’il regarde
dans la vitrine de chez Potin
il s’en fout de sa tête l’homme
il n’y pense pas
il songe
Il imagine une autre tête
une tête de veau par exemple
avec une sauce de vinaigre
ou une tête de n’importe quoi qui se mange
et il remue doucement la mâchoire
doucement
et il grince des dents doucement
car le monde se paye sa tête
et il ne peut rien contre ce monde
et il compte sur ses doigts un deux trois
un deux trois
cela fait trois jours qu’il n’a pas mangé
et il a beau se répéter depuis trois jours
Ça ne peut pas durer
ça dure
trois jours
trois nuits
sans manger
et derrière ces vitres
ces pâtés ces bouteilles ces conserves
poissons morts protégés par les boîtes
boîtes protégées par les vitres
vitres protégées par les flics
flics protégés par la crainte
que de barricades pour six malheureuses sardines..
Un peu plus loin le bistrot
café-crème et croissants chauds
l’homme titube
et dans l’intérieur de sa tête
un brouillard de mots
un brouillard de mots
sardines à manger
oeuf dur café-crème
café arrosé rhum
café-crème
café-crème
café-crime arrosé sang !…
Un homme très estimé dans son quartier
a été égorgé en plein jour
l’assassin le vagabond lui a volé
deux francs
soit un café arrosé
zéro franc soixante-dix
deux tartines beurrées
et vingt-cinq centimes pour le pourboire du garçon.
Il est terrible
le petit bruit de l’œuf dur cassé sur un comptoir d’étain
il est terrible ce bruit
quand il remue dans la mémoire de l’homme qui a faim.
(da Jacques Prévert, Paroles)