diManon Aubry
La giovane europarlamentare Manon Aubry, co-presidente del gruppo The Left GUE/NGL, il raggruppamento di sinistra del Parlamento di Strasburgo, ha pronunciato nei giorni scorsi un vero e proprio “j’accuse” nei confronti dell’operato della Commissione Europea a proposito dei vaccini. Lo ha fatto guardando diritto negli occhi la presidente Ursula Von der Leyen.
Pubblichiamo il suo veemente discorso.
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Non ci andrò leggera, signora Von der Leyen. Ho una domanda importante per lei oggi: come ha potuto la Commissione europea accettare di inchinarsi così davanti alle case farmaceutiche?
Nella gestione della strategia di vaccinazione ho la sensazione, signora Von der Leyen che i grandi leader farmaceutici abbiano stabilito la legge per lei. Prima di tutto su trattative e contratti: non c’è chiarezza a nessun livello. Nessuna informazione sui negoziati nonostante le richieste del nostro Parlamento. Solo tre contratti resi pubblici, grazie alle pressioni dei nostri cittadini.
E questo è quello che sembrano, per chi non li ha visti (mostra la fotocopia di un contratto pieno di cancellazioni che lo rendono illeggibile): tutte le informazioni più importanti, come prezzo, programma di consegna e anche i dettagli delle clausole di responsabilità sono nascosti!
Per gli altri contratti, dovremo aspettare che i laboratori si degnino di pubblicarli. Perché sì, sono loro che decidono.
Sulle consegne, quindi, un pasticcio di ritardi e nessun programma rispettato. Senza alcuna sanzione, ovviamente. Perché sì, decidono i laboratori.
Sui brevetti, stesso scandalo. Questi vaccini sono stati resi possibili da miliardi di euro di denaro pubblico. Ma i brevetti rimangono proprietà esclusiva di big pharma. Di conseguenza, gli Stati non possono produrre su larga scala le dosi di cui il mondo ha tanto bisogno.
Perché sì, sono i laboratori che decidono.
E infine la ciliegina sulla torta: i profitti. 15 miliardi di fatturato e dal 20 al 25% di margine per Pfizer, che è felicissimo del successo del suo “blockbuster”. Sanofi non ha trovato alcun vaccino, ma ha trovato 400 posti di ricerca da tagliare e 4 miliardi di euro in dividendi da distribuire.
I laboratori tirano fuori lo champagne. Perché sì, sono loro che decidono!
Che confessione di impotenza, signora Von der Leyen! Non spetta a noi qui, in questo luogo, stabilire la legge? Siamo in grado di imporre ai nostri concittadini una restrizione senza precedenti delle nostre libertà, ma non saremmo in grado di stabilire regole per big pharma?
La Commissione non può non essere responsabile: questo è il motivo per cui, a nome del nostro gruppo di sinistra, chiedo l’immediata creazione di una commissione di inchiesta sulle responsabilità della Commissione per questo disastro.
Abbiamo il diritto di sapere.
Perché, dopotutto, questi vaccini sono stati pagati con i nostri soldi. E l’equazione dovrebbe essere semplice: denaro pubblico, appalti pubblici, brevetti di pubblico dominio.
Per decenni abbiamo lasciato tutto, compresa la nostra salute, nelle mani del settore privato. Ed eccoci qui oggi in un vicolo cieco. Proponiamo un percorso inverso: porre fine all’onnipotenza dei laboratori.
È ora di abbandonare i brevetti e assicurarsi che non si tragga alcun profitto dalla pandemia.
Questo è l’unico modo per poter vaccinare rapidamente l’intero pianeta. I paesi ricchi come i Paesi poveri. Per rassicurare i cittadini che dubitano, facendo uscire i vaccini dalle grinfie delle multinazionali. Per sperare di rivivere dopo un anno di lutti, preoccupazioni, isolamento, precarietà.
Questo è il ruolo che dovrebbe essere suo, signora Von der Leyen, se non si fosse arresa davanti ai laboratori!
Ma ora la popolazione non può più sopportarlo: ci sono persone precarie che hanno fame, ci sono i giovani disperati.
Riprendiamo il controllo rispetto ai laboratori! Tolga la salute dal mercato e finalmente prenda in considerazione i vaccini come beni comuni dell’umanità. E non come il bancomat degli azionisti.