Vorrei dunque parlare anch’io. Ma cosa posso sensatamente dire in un passaggio così improvviso? Così nebuloso e contorto?
Dentro una Storia tuttora in corso, e con un andamento terribilmente incerto, oscuro?
Una storia oscurata perfino dagli schermi perpetuamente aperti, perfino dai giornali. Perfino dalla nostra coscienza.
Cosa sta succedendo in Africa? E in tutti i paesi poveri del mondo?
L’unica certezza è che il 2021 o il 2022, seppure non uguali a questo 2020, sicuramente saranno diversi, molto diversi dal 2019 e dagli anni che lo hanno preceduto.
Cosa si può dire dunque oggi, quando vediamo attorno a noi modificarsi la percezione del tempo, degli spazi, degli incontri? Modificarsi persino gli affetti? Quando già visibilmente stanno mutando pelle abitudini e convinzioni? E sistemi di vita e di lavoro?
Quando il rapporto con la natura e con la medesima nostra esistenza, ci si presenta con forme nuove e ancora indefinite?
Questo tempo forse sarà preludio a un nuovo umanesimo, a nuove capacità di relazioni amichevoli, a un nuovo stadio di solidarietà universale.
Forse porterà a una più compiuta uguaglianza tra gli esseri umani; ad una vera armonia col Pianeta che ci ospita.
O forse ci porterà a un nuovo isolamento individuale, ad ancora più terribili sopraffazioni, a nuove tane da cui spiare con sospetto chiunque si muova nelle vicinanze…
Vorrei parlare.
Ma cosa posso dire, quando attorno a noi fragorosamente crollano la globalizzazione dei mercati, e le articolazioni istituzionali, e le modalità di riproduzione sociale?
Quando crollano perfino i paradigmi più resistenti della storia del Novecento sopravvissuti al loro secolo?
Che cosa posso, cosa possiamo dire?
Forse in questo giorno, nei prossimi immediati giorni, ha senso solo quello che diceva Montale:
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l'uomo che se ne va sicuro agli altri e a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.